Disturbi d’ansia

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Disturbi d’ansia 2017-06-29T16:11:29+00:00

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Quando si parla di ansia si deve tenere presente l’estrema variabilità dei sintomi con cui essa si manifesta, anche funzione delle diverse caratteristiche che questo disturbo assume.
Lungo la immaginaria linea sulla quale si snodano questi sintomi si incontra ad un polo la cosiddetta ansia normale, connaturata alla condizione esistenziale dell’uomo e che, evitando di trasformarci in tanti pigri Oblomov che trascorrono a letto l’intera giornata, è funzionale allo svolgimento delle attività quotidiane, quindi quella di tipo nevrotico nella quale rientra sia l’ansia generalizzata, sia quella legata agli attacchi di panico, sia quella fobica e, per alcuni autori, anche quella caratteristica delle esperienze ossessive, dove sono presenti pensieri ricorrenti sentiti come estranei dal paziente e di quelle compulsive che spingono a compiere azioni secondo certi precisi rituali, da seguire per alleviare l’angoscia. Non sempre è possibile stabilire delle nette linee di confine tra queste diverse forme di ansia in quanto frequenti sono gli ibridi e i transiti da una forma all’altra.
All’altro polo si colloca l’ansia tipica delle condizioni depressive e delle esperienze psicotiche soprattutto quelle in cui è presente la dissociazione e nelle quali è facile lo sconfinamento sul terreno dell’angoscia con l’assunzione di una coloritura di terrore che attenta all’esistenza di chi ne è colpito e che si traduce in vistosi sintomi fisici dove il corpo diventa il protagonista principale attraverso l’intensificazione dei ritmi della respirazione e della frequenza cardiaca, i disturbi intestinali, l’aumento della sudorazione e tutta una serie di altri disturbi che possono produrre una sensazione paralizzante.

L’ansia, comunque, pur nella sua forma superlativa di angoscia, anche se non tutti gli autori concordano sulla differenza tra questi due termini, differisce dalla paura in quanto quest’ultima è sempre riferita a qualcosa di determinato, ad una situazione ben individuabile, vissuta dal soggetto come minacciosa.
Passando a considerare ognuno di questi tipi di ansia possiamo dire che un’ansia liberamente fluttuante, nel senso che non dipende da una certa situazione, caratterizza l’ansia generalizzata e, intervenendo in modo massiccio nella vita di chi ne è colpito, ne spezza la fiducia e ne mina la progettualità, provocando sofferenza anche a livello somatico traducendosi in vertigini, aumento del battito cardiaco, tremori, stanchezza, difficoltà nel respiro.
Questo tipo di ansia è sempre presente nella vita dei pazienti che ne sono affetti e tende ad assumere dimensioni sempre più ampie e caratteristiche sempre più pervasive. In questo, essa si differenzia dall’ansia fobica che insorge, invece, in relazione a certe situazioni – gli spazi aperti o affollati, come piazze, strade larghe, autostrade che scatenano l’agorafobia o quelli chiusi come ascensori, tunnel, metropolitane o assembramenti di persone in cui si teme di non riuscire a trovare una via d’uscita, nei casi  di claustrofobia. Le fobie possono rivolgersi anche a certi oggetti, persone o animali, o, ancora, presentarsi quando ci si trova di fronte alla prospettiva di dover utilizzare mezzi di trasporto come automobile, treno, aereo, nave che possono scatenare un’ansia anticipatoria, prima, quindi, che l’evento o l’incontro con l’oggetto accada e provocare, di conseguenza, comportamenti di evitamento e di fuga fino all’isolamento del soggetto e all’impoverimento della sua vita sociale.
Si può riuscire a superare le difficoltà incontrate se si viene accompagnati o se si è in compagnia di qualcuno verso cui si nutre fiducia.
Diffuse sono anche le fobie sociali con il caratteristico timore di essere osservati, giudicati, disconfermati e il conseguente timore di arrossire – eritrofobia – in queste forme di ansia timidezza e insicurezza giocano un ruolo preminente.

Tra i motivi che scatenano attacchi di ansia molto diffusa è la difficoltà ad affrontare le separazioni, in genere da figure verso le quali esiste un forte attaccamento, ma anche separazioni da situazioni o luoghi noti e per questo rassicuranti, e soprattutto, in ogni forma di ansia, si riscontrano l’angoscia della morte e il timore di morire, presenti, in particolare, nell’ansia fobica e in quella con disturbi cardiaci.
Questa angoscia di morte, che è poi sostanzialmente una angoscia per la vita, spesso nasce dalla morte di una persona cara o conosciuta, ma poi può attivarsi in qualsiasi momento e in modo del tutto imprevedibile e provocare un senso di sofferenza molto acuta.
Nelle psicosi, ricche di esperienze interiori, l’angoscia si presenta spesso insieme ad un sentimento di inquietudine molto accentuata che evolve verso un senso di tensione e di oppressione.
Nei casi in cui l’ansia è molto elevata si tende a ripetere sempre le stesse frasi e a cadere nell’ecolalia che consiste nella ripetizione delle impressioni acustiche.
Come si affrontano queste situazioni? I farmaci utilizzati sono gli ansiolitici e gli antidepressivi che, innegabilmente, aiutano nei momenti in cui il sintomo è insostenibile.
L’approccio psicoterapico può limitarsi ad un intervento semplicemente supportivo o, invece, utilizzare un approccio psicodinamico che, contattando l’inconscio che ha emesso quel segnale di pericolo ed ha scatenato nella coscienza spaventata i sintomi dell’ansia, arriva ad incontrare desideri, fantasie, impulsi e pensieri proibiti e aggressivi e permette di ampliare gli spazi interiori. Quando questo accade, nei sogni dei pazienti compaiono, spesso, nuove stanze sconosciute nella casa in cui si vive  e permette, corrispondentemente, di superare gradualmente le difficoltà che paralizzano, riaprendo  strade ed opportunità che erano state ipotecate dall’ansia.
E’ necessario affrontare i motivi della conflittualità tra la coscienza e l’inconscio perché in questo modo si spiana la strada per il dialogo, e al contempo si restituisce il respiro, dilatandone, anche, l’ampiezza.