Formazione della coppia

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Formazione della coppia 2017-06-29T16:42:53+00:00

Formazione della coppiaFormazione della coppia

Quando si parla di coppia, prescindendo dal sesso di chi la compone, occorre sempre tenere presente la dimensione temporale per cui la storia di una coppia attraversa diverse fasi che vanno dalla sua costituzione al momento dello scioglimento del legame, per scelta – separazione, divorzio – o per cause naturali, come accade con la morte del patner.

La scelta del patner assume le caratteristiche di una sorta di riconoscimento di qualcosa di già conosciuto in base ad elementi impalpabili e poco coscienti, quel quid particolare di cui l’altro è portatore. Essa è guidata dal transfert, cioé da un trasferimento sull’altro di sentimenti provati nei confronti di altre figure della propria storia personale, e da proiezioni reciproche. Nell’incontro si tende a cogliere alcuni tratti, verbali e non verbali, e a trascurare o sottovalutarne altri che potrebbero, in seguito, ipotecare la relazione. Sono, frequentemente, le relazioni che si sono avute con i propri genitori, ma anche con altre figure significative, ad indizzare questa scelta nel senso o di ricercare le stesse caratteristiche o caratteristiche opposte, a seconda che la relazione alla quale ci si riferisce sia stata soddisfacente o deludente.

Accade però, spesso, che, anche quando ad un esame superficiale la scelta sembra caduta su un tipo completamente diverso da tutte le precedenti relazioni, con il tempo, ci si può accorgere di somiglianze sfuggite ad un primo approccio.

Nella fase dell’innamoramento si tende a spendere le parti che l’altro apprezza di più, a corrispondere all’immagine che viene rimandata dall’altro mentre altri aspetti, meno valorizzati, vengono sacrificati, nel desiderio di piacere all’altro e per non rischiare di perderlo.

Nel momento in cui ci si sveglia dal sogno transferale si vive una sorta di tradimento, di delusione e si fa fatica a capire che tutto ciò è frutto delle illusioni coltivate, senza che dell’accaduto il patner abbia alcuna colpa. Vengono, allora, compiuti dei tentativi di far diventare l’altro quello che si sarebbe voluto che fosse, simile a quell’immagine idealizzata alla quale ci si è affezionati e, di fronte all’eventuale rifiuto dell’altro di interpretare questa parte, ci sono diverse possibilità: la fine della relazione, la ricerca di un patner fuori dal legame consolidato, o il ritiro delle proiezioni. Quest’ultimo caso comporta la conseguente necessità di confrontarsi con il cambiamento che consiste nel vedere l’altro per come realmente è, evitando il brusco passaggio dall’idealizzazione alla demonizzazione, aprirsi, spesso attraversando crisi anche drammatiche, ad una relazione d’amore che vuol dire accettare dei compromessi e cogliere l’opportunità che una relazione amorosa offre di dare un contributo al progetto evolutivo di ognuno.

Quali sono le condizioni per la costituzione di una coppia sana? Perché questo avvenga occorre che si instauri un rapporto tra pari e non un rapporto sbilanciato tra una figura dominante ed un’altra sottomessa. Il rischio di essere abbandonati e rifiutati spinge molte persone ad accettare legami patologici, lesivi dell’autostima.

Imprenscindibile, per evitare difficoltà future, è la separazione psicologica dai rispettivi genitori, nel senso di diventare liberi dai loro giudizi e pregiudizi e combattere la loro eventuale intrusività nella vita di coppia.

E’ necessario, inoltre, che ciascun patner abbia sviluppato, oltre alle caratteristiche proprie del sesso di appartenenza, anche quelle dell’altro sesso, così il rapporto non sarebbe più a due – maschio-femmina – ma a quattro, nel senso che il maschio ha integrato aspetti del femminile e la femmina aspetti del maschile. E’ proprio l’integrazione delle caratteristiche della controparte che rende più agevole la comunicazione e la reciproca comprensione.

Occorre anche evitare di essere una metà, anche al livello delle incombenze quotidiane e materiali, chiedendo all’altro il completamento, ma sforzarsi di diventare un intero, perchè solo così la relazione può cambiare. Il noi può costituirsi solo se c’è un io e un tu con confini definiti.

Per evitare problemi futuri la coppia dovrebbe stabilire delle regole di collaborazione, meglio se esplicitate in quanto quelle implicite possono dare luogo ad equivoci, nei diversi ambiti in cui si troverà ad operare: attività lavorativa di entrambi e fonti di reddito, rapporti intimi, relazioni sociali, educazione dei figli. Regole che possono essere rimesse in discussione, ma assolutamente necessarie per il funzionamento della coppia, come di ogni gruppo.

La differenziazione dei patners, lo sviluppo delle potenzialità di ognuno dei due, ciò che Jung chiamava processo individuativo, devono essere incoraggiati all’interno del legame e il progetto individuale dovrebbe potersi coniugare con il progetto di coppia. Se a prevalere è il progetto individuale si rischia la separazione, mentre la simbiosi è il rischio implicito in un progetto solo di coppia.

Perché la coppia funzioni è anche necessario prevedere una intercambiabilità dei ruoli superando l’insidiosa rigidità. I partners, inoltre, dovrebbero avere una buona stima di sé in quanto una bassa autostima, con l’inevitabile insicurezza ad essa connessa e la difficoltà a riconoscere i propri aspetti d’ombra che finiscono con l’essere proiettati sull’altro, è all’origine di molti problemi.