La separazione della coppia

Home/La separazione della coppia
La separazione della coppia 2017-06-29T16:43:36+00:00

Separazione della coppiaLa separazione della coppia, seguita o meno dal divorzio, rappresenta uno degli eventi più critici della vita della coppia e, per alcuni autori, anche uno degli eventi più stressanti, insieme alla morte del patner, della vita degli individui.
Questa esperienza, molto simile a quella del lutto che segue la morte del patner, è diventata oggi sempre più diffusa e riguarda non solo coppie giovani, ma  anche coppie sposate o conviventi da diversi anni. Sono spesso le donne a richiedere la chiusura di un rapporto, considerato ormai insoddisfacente e privo di prospettive future.
Su quale terreno prende forma il progetto di separarsi? I motivi che portano a questa decisione sono i più disparati, alla base si registra sempre una delusione per come si pensava dovesse configurarsi il rapporto e per come poi è stato realmente. Quando ci si rende conto di ciò e non si riesce ad affrontare e superare questo passaggio, che costituisce una delle tante perdite che caratterizzano l’esistenza umana ed obbliga ad un sacrificio  della vecchia modalità di stare in relazione, è inevitabile giungere a considerare l’eventualità della separazione.
Ad un certo punto della vita della coppia diventa, quindi, necessario innescare un processo di deidealizzazione e di differenziazione, di rottura della fusione sia dalle persone reali, sia dalle immagini che ci siamo formate. Quando questa separazione psicologica non riesce si apre lo spazio  ad una separazione reale.
Ciò che ho visto accadere nelle coppie che arrrivano a considerare questa possibilità è il tenace aggrapparsi a modalità relazionali che, dopo alcuni anni di vita in comune, non hanno più ragione di essere e andrebbero abbandonate o modificate. Così le pretese di provare la stessa attrazione sessuale che si aveva al momento dell’innamoramento o nei primi tempi della relazione, quelle di trascorrere molto tempo insieme e di condividere tutto, dalle incombenze quotidiane al tempo libero,  anche quando, sia la presenza di figli, sia gli impegni lavorativi o familiari che si sono fatti più pressanti, impongono dei tagli e delle rinunce.
La fatica di introdurre dei cambiamenti e di accettare i limiti imposti dalle circostanze della vita porta ad accarezzare l’idea che, chiudendo quel rapporto, le cose, da soli, o più spesso con un altro patner con il quale il più delle volte è stata già intrecciata una relazione più o meno clandestina,  andrebbero meglio.
Subito, o anche dopo diversi anni, molte persone che si sono separate per iniziare un’altra relazione, si sono rese conto che, una volta che le loro scelte sono state calate nella quotidianità, e si sono sganciate dalle idilliache fantasie iniziali, si ritrovano nuovamente delusi e amareggiati.
Ricordo una paziente, separata per sua scelta da diversi anni con due figli adolescenti e alle prese con molte difficoltà economiche e psicologiche mi disse, tra le lacrime “Dottoressa, ma perché mi sono separata?”. L’aveva fatto impulsivamente perché, di fronte ai problemi quotidiani con un marito che riconobbe non essere poi così negativo, si era trovata un amante che, dopo i primi tempi di un amore travolgente, aveva iniziato a trascurarla, per cui, si era ritrovata sola e depressa, con la nostalgia per il padre dei suoi figli con il quale non poteva più ritornare in quanto lui si era, nel frattempo, formata un’altra famiglia.
Non sempre le nuove relazioni vanno incontro a questi esiti, ma questo sicuramente succede se ci si butta a capo fitto, senza concedersi un tempo necessario per lasciare decantare quanto accaduto, per procedere alla riflessione, soprattutto su se stessi, altrimenti si ha solo l’impressione di cambiare, mentre tutto è destinato a ripetersi con un notevole carico di sofferenza, soprattutto per i figli.
Questi ultimi vivono, e mi è capitato di verificare che ciò accade a prescindere dall’età, come una lacerazione dentro se stessi, la separazione della coppia genitoriale. “Se voi vi separate è come se mi si strappasse la pelle dalla carne”, furono le parole di una figlia all’annuncio di una possibile separazione dei suoi genitori. Si rassegnano difficilmente, continuando a vagheggiare la riconciliazione e la ricomposizione della famiglia che hanno perduto. Un paziente, separato da diversi anni e con una nuova patner, così come la sua ex-moglie aveva da tempo allacciato una nuova relazione, mi aveva mostrato il disegno della famiglia fatto da suo figlio. Sul foglio che mi aveva portato il bambino era raffigurato tra i due genitori, come se fossero ancora insieme e la famiglia non si fosse disgregata. Ogni volta che si incontravano tutti e tre il bambino chiedeva se stavano per tornare insieme. I figli di genitori separati sono sensibilissimi a cogliere qualsiasi gesto di gentilezza e di disponibilità e lo interpretano come segnale di una possibile riconciliazione.
Una collega più anziana, e con molta esperienza nelle terapie di coppia, sosteneva che le separazioni sono necessarie, anzi bisogna procedere “utilizzando il bisturi” nei casi di violenze o, ancora, quando si è arrivati all’indifferenza verso l’altro e non si riesce a rivivificare il rapporto. In tutti gli altri casi la riflessione sulle dinamiche di coppia e l’assunzione della fatica connessa alla necessità del cambiamento aiutano la coppia a continuare insieme quel cammino che era stato intrapreso pochi o tanti anni prima, con l’incoraggiamento  a guardare fiduciosi al futuro.