Il tradimento nella coppia

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Il tradimento nella coppia 2017-06-29T16:43:26+00:00

Tradimento della coppiaUno degli eventi critici che richiede una riorganizzazione delle modalità di funzionamento della coppia è rappresentato dal tradimento. Il binomio amore-tradimento è inscindidibile anche se, ingenuamente, non viene quasi mai preso in considerazione.
Il “terzo” anche se può non essere concreto, come nel tradimento, si frappone come fantasma che assume le fattezze di figure appartenenti alla storia personale di ognuno dei patners.
Il tradimento, soprattutto nei legami di lunga durata, è un’evenienza piuttosto comune e rappresenta una delle cause più frequenti di separazione della coppia.
Se in passato a tradire era soprattutto l’uomo, oggi, la percentuale di donne eguaglia quasi quella degli uomini.
Il legame di coppia nasce e si fonda sulla fiducia reciproca e il tradimento apre uno squarcio in questo incondizionato affidarsi all’altro, inserendo nel rapporto elementi di dubbio, insicurezza, delusione, perdita, depressione, autosvalutazione.
Si spezza quell’unità che si credeva eterna e invulnerabile,  l’idea che il male non potesse mai entrare e compromettere la relazione, insieme a quella di essere unici e speciali. “Si è frantumata quella cosa perfetta che era la nostra relazione” mi comunicò una paziente, dopo aver tradito il patner.
E’ l’illusione infantile di un luogo dove il serpente tentatore non ha ancora spezzato l’atmosfera di beatitudine fondata sull’espulsione del male dalla realtà che, invece, è sempre doppia ed è solo integrando l’altro polo che si ha l’opportunità di aprirsi alla presa di coscienza.
Del tradimento del patner si viene a conoscenza, spesso, con il ritrovamento di lettere o attraverso confidenze di amici o conoscenti o, oggi sempre più frequentemente, con la scoperta di inequivocabili messaggi sul cellulare o sul computer.
La scoperta può avvenire in modo del tutto casuale per una distrazione –  dove l’inconscio, però, gioca un ruolo molto importante – di chi tradisce che, “inavvertitamente”, facilita l’accesso al segreto o perché i sospetti avevano già allertato chi si mette alla ricerca delle prove.
Succede, anche, che chi ha tradito, nel desiderio anche di alleggerirsi del peso del segreto, confessi spontaneamente l’accaduto, anche se non è stato ancora scoperto.
La spinta a tradire è data dall’insoddisfazione del legame di coppia che si ritiene, per qualche motivo, incompleto, immaginando che ci possa essere qualcosa di più e di meglio. Si vorrebbe che il patner fosse in grado di rispondere a tutti i bisogni e le aspettative, non accettando gli inevitabili limiti  e le rinunce che una scelta comporta. E’ la nostalgia di un rapporto fusionale sperimentato nel rapporto primario in cui l’unità originaria escludeva l’esperienza della separazione e della perdita e il desiderio di completezza rinvia al mito dell’androgino citato da Platone nel Simposio.
Ciò che si cerca, come risulta dalle confessioni dei pazienti che hanno sentito la necessità di fare questa esperienza, può essere il sentirsi più desiderati, sperimentare un rapporto sessuale più soddisfacente, trovare una possibilità di dialogare apertamente con l’altro, sentirsi capiti ed accettati per quello che si è, introdurre un elemento di eccitante novità nella routine di un rapporto che con il tempo è diventato noioso, avere la conferma che non è venuta meno la capacità di sedurre.
Prevalente è l’idea, comunque, di vivere l’amore solo come rapporto con il corpo, e soprattutto con gli organi sessuali dell’altro, un’esperienza che, in una logica di possesso, andrebbe riservata esclusivamente al patner. In questo modo l’altro viene ridotto a cosa, puro strumento di piacere senza un rapporto reale, privi della possibilità di aprirsi ad un colloquio, per cui ci si ritrova alla fine, spesso, nella morsa di una struggente solitudine e di un vuoto incolmabile.
La rinuncia a tradire l’altro può essere dettata più che dall’amore, dal desiderio di possesso, dal timore di compromettere la relazione, la sicurezza e la protezione. E il potere mal si concilia con l’amore. A volte il tradimento serve a chi tradisce per sopportare la sofferenza di un rapporto sentimentale ormai inaridito e, in questo modo, fornisce la forza necessaria per mantenere la relazione ufficiale. Anche se spesso è piuttosto l’immaturità affettiva che, ostacolando i legami stabili, spinge al tradimento.
Come si reagisce ad un tradimento? La vendetta, nel senso di rispondere al tradimento con il tradimento, è una delle reazioni possibili, così come il risentimento, la crudeltà, il disprezzo, la colpevolizzazione, la negazione del valore dell’altro. Ma queste sono tutte risposte non evolutive, dettate dall’orgoglio ferito, dall’amor proprio, dalla permalosità, dal narcisismo, dall’esercizio del potere.
Solo con il perdono, cercando in se stessi  e nella relazione e non solo nell’altro, una spiegazione, si può arrivare a chiarire anche  quale può essere stata la propria responsabilità, in cosa si è colluso con l’altro, e quanto ci si è voluti illudere dell’immutabilità di un rapporto che, invece, va conquistato quotidianamente e nutrito di passione e creatività altrimenti, come una pianta, avvizzisce.
Il tradimento, quindi, può compromettere la relazione, ma cogliendo il messaggio che esso veicola può anche aprire ad una possibilità di cambiamento, accogliendo quell’esigenza di uscire dal noi confusivo, rigettare le proiezioni fantasmatiche dell’altro, per essere ognuno se stesso in modo più autentico.